Ancora una grande serata di musica, quella di
sabato 25 giugno 2006 a Forte Marghera, per l'omaggio a Bob Dylan della
band dei Blackstones, protagonisti nell'ambito della manifestazione
Vivilforte con un concerto-tributo al cantautore americano, iniziato alle
23.30 circa, dopo il set acustico d'apertura del cantautore Stefano
Frison. Nella bella cornice del Forte, tra comparse in abiti napoleonici
che si aggiravano in zona sparando salve dai loro archibugi, giovanissime
e sca- tenate fans nipponiche, segnali di pericolo per "attraver- samento gatti", e rapide apparizioni dei suddetti inafferrabili felini, e dopo un ghiotto antipasto calcistico mondiale a base di Germania-Svezia ed Argentina-Messico, le cui imprese pallonare - dalla polvere agli altari - sfarfallavano dagli schermi posti a poca distanza dal palco, le note dei più grandi "hits" di Mr. Zimmerman si sono espanse nell'aria per il piacere del pubblico, interessato ed attento ma una cui maggiormente numerosa presenza sarebbe stata indubitabilmente auspicabile, vista la qualità dello show, assolutamente pregevole. E veniamo alla "cronaca" della splendida serata che ha visto protagonisti ancora una volta i Blackstones con un set come sempre entusiasmante. La tribute band dylaniana di Erba si è lanciata subito nella splendida versione di Like a Rolling Stone di Mick Jagger & soci, passando poi nel resto del loro estasiante set dalla "byrdsiana" Mr. Tambourine Man alla Just like a woman Van Morrison-style. Da una trascinante Rainy Day Women # 12 & 35 ad una tenera I'll remember you e ad una travolgente A hard rain's a-gonna fall (che sembrava letteralmente provenire - attraverso la macchina del tempo - dai giorni della Rolling Thunder Revue a questo 25 giugno 2006 di mondiali calci teutonici ed avvilenti deferimenti italici) fino all'apoteosi della Don't think twice it's all right di Clapton per la quale dubito esistano parole attualmente correnti nelle lingue del mondo per descrivere la bellezza e che ha esaltato le doti di Frank Night. Impeccabile alla voce solista come sempre Mick Dylan (terza foto nella colonna a lato) e splendide anche le armonizzazioni vocali corali del gruppo, in particolare su brani come Joey. |
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Ecco la scaletta completa del set dei Blackstones:
Like a rolling stone, I shall be released, All along the watchtower, Just
like a woman, If not for you, Mr. Tambourine Man, A hard rain's a-gonna
fall, Rainy Day Women # 12 & 35, I'll remember you, Lay lady lay,
Don't think twice it's all right, Joey, Knockin' on heaven's door.
I Blackstones (Mick Dylan chitarra e lead vocals, Frank Night chitarra solista e back vocals, Lanny Brush basso e Riki Van Der Wall batteria) avevano stasera in formazione uno "special guest", Paul McRedey, proveniente dal gruppo dei The Beatland (cover band dei Beatles) che ha preso per una volta il posto del bassista titolare, Lanny Brush. Nel succitato set d'apertura, invece, Stefano Frison (foto in alto qui a sinistra) ha eseguito le sue abituali rivisitazioni dylaniane nella lingua di Dante, "Non sono io bimba" e "Non pensarci ormai" ("It ain't me babe" e "Don't think twice it's all right") riprese dai testi di Tito Schipa Jr., cui hanno fatto seguito tre brani originali, Ritmica anarchica, Zona rossa e La ballata dell'ubriaco, particolarmente apprezzati dal pubblico. Nel gran finale, i membri di The Beards, la band veneta di Emanuele Marchiori, invitati a salire sul palco da Mick Dylan, si sono uniti ai Blackstones ed a Frison per la consueta trascinante Knockin' on heaven's door conclusiva, with a little help from their friend, ovvero il sottoscritto... (mi vedete nella foto a lato). Michele Murino ps: in conclusione voglio esprimere i miei sentiti, mirati ed esclusivi ringraziamenti finali per l'invito a Forte Marghera ai Blackstones |